Mobbing sul lavoro: cosa fare?
Il luogo di lavoro deve essere uno spazio sicuro in cui i dipendenti non abbiano paura di lavorare. Il dipendente deve dedicare il proprio tempo a svolgere efficacemente i compiti che gli sono stati assegnati, e non a evitare il bullo che lo maltratta.
Da qualche anno si parla sempre più spesso del fenomeno del mobbing. Se ne sente parlare nei media in occasione di scandali politici o aziendali, e se ne legge spesso nella letteratura sulla gestione delle persone, ma anche in quella sul codice del lavoro e sui diritti dei lavoratori. Sebbene quasi tutti conoscano il concetto di mobbing, non tutti sono in grado di definire chiaramente il significato.
Il bullismo, la discriminazione o le molestie: sono fenomeni sociali sempre più comuni, soprattutto in ambito lavorativo. Tuttavia, non devono essere confusi. Che cos’è il mobbing e come si può combattere? A chi rivolgersi in caso di mobbing? Come difendersi e come reagire?
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Mobbing sul lavoro: come riconoscerlo
L’umiliazione, la ridicolizzazione, i commenti scortesi, l’intimidazione o l’isolamento da parte dei colleghi: questi sono solo alcuni esempi di mobbing che potremmo incontrare sul posto di lavoro.
Il mobbing sul posto di lavoro è definito come una molestia prolungata e persistente nei confronti di un dipendente, finalizzata, ad esempio, a umiliare, intimidire o ridicolizzare una persona. Si tratta quindi di una forma di violenza psicologica e/o fisica e i comportamenti che lo caratterizzano includono insulti e nomignoli, umiliazioni, minacce o isolamento del dipendente. Anche la mancanza di rispetto e le molestie sessuali sono forme di mobbing che devono essere segnalate ai superiori.
Per valutare se un fenomeno può essere definito bullismo, ci vengono in aiuto due fattori fondamentali:
- Ripetibilità a lungo termine – che consiste in un comportamento prolungato, continuamente ripetuto e inevitabile.
- Persistenza – per valutare questo aspetto è importante la tempistica degli effetti: le azioni devono durare abbastanza a lungo da provocare nel dipendente, ad esempio, una diminuzione dell’autostima o uno stato di isolamento.
Ogni situazione che presenta i tratti distintivi del mobbing sul lavoro deve essere affrontata individualmente e focalizzata sulle circostanze in questione. Sebbene anche un singolo comportamento nei confronti di un dipendente possa già avere gli effetti caratteristici del mobbing, perché considerato come mobbing, le azioni del mobber devono essere moltiplicate in modo che l’impatto sulla psiche sia duraturo.
Il bullismo può assumere diverse forme. Ecco sono alcuni esempi dei comportamenti del mobber:
- risponde alle domande con aggressività e urla,
- ridicolizza, soprattutto in compagnia dei colleghi,
- ignora completamente il collaboratore,
- sminuisce indebitamente la competenza della vittima,
- interrompe le frasi a metà del discorso,
- lo trasferisce senza motivo in un luogo in cui non ha contatti con altri dipendenti,
- minaccia,
- toglie i compiti precedentemente assegnati o ne aggiunge continuamente di nuovi che sono impossibili o del tutto inutili.
Mobbing sul lavoro come reagire
Il primo passo è informare il proprio superiore. Se, infatti, è il superiore a commettere il mobbing, è necessario informare i suoi superiori o l’ufficio risorse umane. Soprattutto, cerchiamo di prepararci al meglio perché abbiamo bisogno di prove. Allo stesso tempo, cerchiamo di continuare a svolgere le nostre mansioni nel modo più affidabile possibile.
Purtroppo, la prova del mobbing ricade sulle spalle del dipendente colpito da molestie e terrore psicologico. Una conversazione con il datore di lavoro, polizia o carabinieri deve essere supportata da esempi documentati. Raccogliere prove non è un compito semplice.
Il punto più importante è archiviare tutte le conversazioni sulla messaggistica privata e aziendale. In questo modo, possiamo facilmente ottenere prove inconfutabili delle molestie. Un altro modo è quello di convincere altri testimoni del mobbing a confermare le vostre parole in un incontro con il vostro superiore.
Per contrastare il bullismo è necessario formulare accuse specifiche. Il passo successivo consiste nell’informare per iscritto il superiore dell’autore del reato che si è verificato un fenomeno negativo. Se l’autore del mobbing è un collega, è opportuno rivolgersi al responsabile, se è un superiore, al direttore, ecc. Se a causa della violenza sono sorti problemi di salute, è utile rivolgersi a un medico, ad esempio a uno psichiatra.
Mobbing sul lavoro come difendersi
Soprattutto, bisogna essere consapevoli dei propri diritti e sapere come esercitarli. Bisogna essere assertivi, sicuri di sé, capaci di farsi valere. Diamo un chiaro segnale all’aggressore che il suo comportamento non è accettabile e che può essere ritenuto legalmente responsabile. Inoltre, è necessario cercare aiuto.
Molte persone che subiscono mobbing sul lavoro decidono semplicemente di andarsene. Nel frattempo, non siamo noi, ma la persona che fa il bullo con gli altri, a dover sopportare tutte le possibili conseguenze del mobbing. La base del funzionamento del sistema giudiziario mondiale è la necessità di punire i colpevoli, non le vittime.
Ricordiamo che a volte il dialogo può essere il modo migliore per risolvere i conflitti. Quando notiamo i primi segni di bullismo, cerchiamo di parlare con il responsabile. Anche se non riusciremo a ragionare con lui, facciamogli sapere che siamo ben consapevoli di ciò che sta accadendo. In questo modo, possiamo spaventare un collega disonesto che non si aspettava un confronto diretto.
Se il dialogo con il mobber non funziona, proviamo a parlarne con il nostro diretto superiore o con il direttore della società. È bene ricordare che, secondo la legge sul lavoro, il mobbing debba essere combattuto in particolare dal datore di lavoro. La segnalazione del problema dovrebbe innescare una serie di azioni che portino a conseguenze contro i bulli.
Le molestie sul lavoro da parte di un supervisore spesso si concentrano su un gruppo più ampio di dipendenti. In una situazione del genere, è utile parlare con altri membri del team e formare un fronte unito contro il datore di lavoro violento. Agire in gruppo è rassicurante e fa sentire il sostegno degli altri interessati.