Leggi 7 recensioni su Denso Thermal Systems S.p.A da parte di candidati, ex dipendenti e dipendenti attuali.
Hai anche la possibilità di esprimere la tua opinione e valutare l’azienda, fare una domanda e consultare le retribuzioni offerte.
che tipo di ambiente c’è in Denso Thermal Systems S.p.A a Poirino?
Dipende
Ci sono buone possibilità di crescita personale, non professionale anche per chi non ha competenze
Assistenza medica Metasalute, ma non è molto utile
Basse
1. Introduzione e inquadramento generale
Questo documento nasce con l'intento di offrire una testimonianza diretta, utile e sincera, rivolta a chi sta valutando un'offerta di lavoro presso la Denso Thermal System di Poirino, in particolare per il ruolo di tecnico manutentore elettrico, elettronico o meccanico. Dopo oltre vent'anni di esperienza in quell'ambiente, posso offrire uno sguardo approfondito e disilluso su ciò che realmente significa lavorare in questo contesto.
Non si tratta di un'accusa, ma di un contributo utile alla consapevolezza. Perché chi entra alla Denso come tecnico, lo faccia con occhi aperti, senza illusioni o aspettative destinate a scontrarsi con la realtà dei fatti.
2. Il ruolo del tecnico manutentore: aspettative e realtà
Alla Denso, la manutenzione tecnica è ufficialmente considerata un'attività strategica, ma nei fatti si traduce in un lavoro poco valorizzato, spesso lasciato all'improvvisazione e soggetto a decisioni gestionali incoerenti. Non esiste una vera valorizzazione della competenza tecnica: molti colleghi vengono spostati dalla produzione alla manutenzione senza avere un minimo di preparazione, creando disparità operative e tensioni nel gruppo.
Il tecnico preparato si trova spesso isolato, frustrato e, nei casi peggiori, ostacolato nel proprio lavoro. La manutenzione è considerata un serbatoio dove pescare quando serve personale per gestire emergenze, cambi organizzativi o pressioni produttive.
L'ambiente di lavoro è inquadrato da una cultura aziendale rigida, verticistica, che scoraggia l'iniziativa personale e tende a premiare l'obbedienza piuttosto che la competenza. Questo atteggiamento, nel tempo, mina la motivazione di chi crede nella qualità del proprio lavoro e nella professionalità.
3. Condizioni di lavoro: turni e sicurezza
I turni di lavoro seguono la classica rotazione: primo turno (6:00-14:00), secondo (14:00-22:00), terzo (22:00-6:00). Il turno notturno ha una maggiorazione superiore al 50%, che lo rende ambito da chi cerca di compensare salari stagnanti.
Però, in manutenzione, sono stati sperimentati modelli più gravosi come i "20 turni" (4 giorni lavorativi e 1 di riposo, con un solo weekend libero ogni 8 settimane). In cambio, un incentivo irrisorio (700€ l'anno) e la perdita dello straordinario festivo. Il malcontento è stato forte, ma la mancanza di unità tra i lavoratori ha impedito una reazione efficace. Dopo due anni, questo sistema è stato sospeso, ma non abolito. Altri esperimenti ("18 turni") hanno avuto lo stesso destino. Attualmente si è tornati ai 15 turni, ma la situazione rimane instabile: la manutenzione è il banco di prova ideale per i dirigenti in cerca di visibilità.
Per quanto riguarda la sicurezza, l'azienda mostra una forte ossessione per la prevenzione degli infortuni, ma si traduce spesso in scarico di responsabilità sui lavoratori, con firme obbligatorie su registri cartacei. Alcune regole, come il divieto assoluto di utilizzare scale doppie, sono inapplicabili nella realtà. Di fatto, i manutentori sono costretti ad aggirare certe disposizioni per poter svolgere il proprio lavoro, esponendosi a rischi disciplinari gravi.
4. Formazione, carriera e riconoscimenti
La formazione tecnica è praticamente assente da anni. Si fanno solo corsi obbligatori su antincendio e sicurezza. L'aggiornamento tecnico è lasciato alla buona volontà del singolo, o alla sua esperienza pregressa.
I riconoscimenti economici sono rarissimi e scollegati dal merito. Quando arrivano aumenti individuali, la manutenzione è l'ultima della lista: prima si premiano altri settori, poi, se avanza qualcosa, tocca anche ai tecnici.
Chi arriva dalla produzione senza competenze tecniche specifiche viene spesso integrato in manutenzione come "salvaguardato", talvolta con lo stesso trattamento di chi ha anni di formazione alle spalle.
Una pratica molto comune è quella di offrire il lavoro a un livello contrattuale inferiore a quello maturato altrove, con la promessa verbale che si recupererà in tempi brevi. Nella realtà, i livelli persi non si recuperano quasi mai. Anzi, molti restano bloccati per anni (se non per sempre) a livelli più bassi, compromettendo anche la possibilità di cambiare azienda. Per questo motivo, accettare un quarto livello dopo aver maturato un quinto è un passo molto rischioso.
In generale, la carriera alla Denso non dipende da competenze o preparazione, ma dalla totale adesione alla linea aziendale. Chi si distingue non è il più capace, ma chi dimostra obbedienza cieca, anche quando propone concetti banali o errati, basta che siano graditi a chi comanda. In questo senso, la Denso è un ambiente perfetto per chi cerca una carriera facile senza particolari competenze, ma sa adattarsi al gioco di potere interno.
5. Aspetti negativi e positivi
Un aspetto positivo è sicuramente la regolarità dei versamenti previdenziali e l'assistenza sanitaria integrativa (Metasalute), anche se negli ultimi anni le prestazioni offerte sono state ridotte.
La mensa è discreta, la pulizia generale degli ambienti è curata. Tuttavia, le macchine sono spesso trascurate, e la loro disposizione crea difficoltà ai manutentori, al punto da costringerli a violare le regole di sicurezza per accedervi (ad esempio, camminando su catene in movimento unte d'olio).
Il clima interno è problematico: in estate il caldo è insopportabile vicino ai forni, mentre in inverno i locali sono ben riscaldati. Ma è l'organizzazione complessiva e la gestione autoritaria a pesare di più: un ambiente dove la frustrazione professionale è all'ordine del giorno.
6. Conclusione: consigli per chi valuta un'offerta tecnica alla Denso
Se siete in procinto di accettare un'offerta come manutentori tecnici alla Denso Thermal System, è giusto che lo facciate con piena consapevolezza. Non lasciatevi illudere dalla fama di multinazionale solida o dall'apparenza di organizzazione giapponese efficiente: il contesto reale è ben diverso da quello promesso nei colloqui o nei primi contatti.
La manutenzione, in particolare, è un settore sottovalutato e spesso maltrattato. Il lavoro è complesso, le condizioni operative talvolta precarie, i turni stressanti e soggetti a modifiche improvvise, con regole rigide ma spesso inapplicabili. La formazione tecnica è inesistente, i riconoscimenti scarsi, le opportunità di crescita legate più all’obbedienza cieca che al merito o alla competenza.
Inoltre, se vi verrà chiesto di accettare un inquadramento inferiore al vostro livello contrattuale attuale (cosa molto comune), sappiate che la promessa di un rapido recupero è quasi sempre una trappola. C'è il concreto rischio di restare anni bloccati a un livello più basso, perdendo credibilità professionale e ostacolando anche future possibilità altrove.
Se non avete alternative, la Denso può rappresentare un punto di partenza. Ma se avete una preparazione tecnica solida, e magari un buon curriculum, valutate con attenzione se valga davvero la pena sacrificare competenze e dignità professionale per un contesto dove spesso conta più l'obbedienza che la preparazione, più la disponibilità a farsi carico di ogni responsabilità che il riconoscimento delle proprie capacità.
Non è impossibile resistere, ma è molto difficile costruirsi un futuro soddisfacente in un contesto simile. E vale sempre la pena chiedersi: "Voglio solo lavorare, o anche essere rispettato per ciò che so fare?"
La gestione dei "20 turni" alla Denso si è rivelata fallimentare per una serie di motivi strutturali, organizzativi e culturali, osservabili sul campo:
1. Errore di pianificazione sul capitale umano
L’azienda ha impostato il modello dei 20 turni come se ogni manutentore fosse intercambiabile, “1 vale 1”. Ma nella realtà ogni tecnico ha competenze e specializzazioni specifiche (elettrico, elettronico, meccanico, automazione, ecc.). Questo approccio ha causato grossi problemi nei momenti di necessità: spesso il tecnico esperto richiesto per un certo impianto non era disponibile perché assegnato al turno domenicale o al giorno di riposo, compromettendo l’efficienza.
2. Applicazione indiscriminata e rigidità del sistema
Tutti i manutentori, nessuno escluso (incluso il magazzino ricambi), sono stati inclusi nei 20 turni. Questo ha creato un sistema rigido e mal tollerato, dove la copertura teorica non corrispondeva alla funzionalità pratica. La gestione è poi diventata arbitraria: alcuni responsabili di reparto hanno cominciato a esonerare “i tecnici di fiducia” dal ciclo dei 20 turni per tenerli disponibili nei propri orari preferiti, spesso permettendo loro di fare straordinari al sabato. Questo ha creato malumori, frustrazione e disuguaglianza interna.
3. Nessuna vera cultura della manutenzione preventiva
Alla Denso manca un’impostazione seria e strutturata di manutenzione preventiva. Il lavoro tecnico è spesso legato al pronto intervento, all’emergenza e al guasto imprevisto. Nei weekend — e soprattutto la domenica — non c’era una reale pianificazione di attività tecniche da svolgere. I tecnici spesso si trovavano senza nulla da fare, o a eseguire interventi inutili, con il rischio anche di provocare danni involontari, proprio per l’assenza di compiti precisi e di una cultura organizzativa adeguata.
4. Scarso ritorno economico e demotivazione
L’incentivo economico di circa 700 euro all’anno era percepito come irrisorio, soprattutto a fronte della perdita dello straordinario festivo (sabato e domenica trattati come feriali). A parità di fatica e stress, altri colleghi in settori diversi guadagnavano di più con il classico straordinario al sabato. La mancanza di equità retributiva ha aumentato il malcontento generale.
5. Assenza di benefici visibili per l’azienda
Nonostante il sistema sia stato presentato come innovativo ed efficiente, nessun risultato concreto e misurabile è mai stato comunicato o dimostrato. Anzi, il sistema è stato silenziosamente sospeso dopo circa due anni, segno evidente che non funzionava.
Cosa è stato fatto per gestire il malcontento tra i lavoratori a causa della scarsa equità retributiva nei turni? E come ha risposto la direzione alle critiche interne?
1. Introduzione e inquadramento generale
Questo documento nasce con l'intento di offrire una testimonianza diretta, utile e sincera, rivolta a chi sta valutando un'offerta di lavoro presso la Denso Thermal System di Poirino, in particolare per il ruolo di tecnico manutentore elettrico, elettronico o meccanico. Dopo oltre vent'anni di esperienza in quell'ambiente, posso offrire uno sguardo approfondito e disilluso su ciò che realmente significa lavorare in questo contesto.
Non si tratta di un'accusa, ma di un contributo utile alla consapevolezza. Perché chi entra alla Denso come tecnico, lo faccia con occhi aperti, senza illusioni o aspettative destinate a scontrarsi con la realtà dei fatti.
2. Il ruolo del tecnico manutentore: aspettative e realtà
Alla Denso, la manutenzione tecnica è ufficialmente considerata un'attività strategica, ma nei fatti si traduce in un lavoro poco valorizzato, spesso lasciato all'improvvisazione e soggetto a decisioni gestionali incoerenti. Non esiste una vera valorizzazione della competenza tecnica: molti colleghi vengono spostati dalla produzione alla manutenzione senza avere un minimo di preparazione, creando disparità operative e tensioni nel gruppo.
Il tecnico preparato si trova spesso isolato, frustrato e, nei casi peggiori, ostacolato nel proprio lavoro. La manutenzione è considerata un serbatoio dove pescare quando serve personale per gestire emergenze, cambi organizzativi o pressioni produttive.
L'ambiente di lavoro è inquadrato da una cultura aziendale rigida, verticistica, che scoraggia l'iniziativa personale e tende a premiare l'obbedienza piuttosto che la competenza. Questo atteggiamento, nel tempo, mina la motivazione di chi crede nella qualità del proprio lavoro e nella professionalità.
3. Condizioni di lavoro: turni e sicurezza
I turni di lavoro seguono la classica rotazione: primo turno (6:00-14:00), secondo (14:00-22:00), terzo (22:00-6:00). Il turno notturno ha una maggiorazione superiore al 50%, che lo rende ambito da chi cerca di compensare salari stagnanti.
Però, in manutenzione, sono stati sperimentati modelli più gravosi come i "20 turni" (4 giorni lavorativi e 1 di riposo, con un solo weekend libero ogni 8 settimane). In cambio, un incentivo irrisorio (700€ l'anno) e la perdita dello straordinario festivo. Il malcontento è stato forte, ma la mancanza di unità tra i lavoratori ha impedito una reazione efficace. Dopo due anni, questo sistema è stato sospeso, ma non abolito. Altri esperimenti ("18 turni") hanno avuto lo stesso destino. Attualmente si è tornati ai 15 turni, ma la situazione rimane instabile: la manutenzione è il banco di prova ideale per i dirigenti in cerca di visibilità.
Per quanto riguarda la sicurezza, l'azienda mostra una forte ossessione per la prevenzione degli infortuni, ma si traduce spesso in scarico di responsabilità sui lavoratori, con firme obbligatorie su registri cartacei. Alcune regole, come il divieto assoluto di utilizzare scale doppie, sono inapplicabili nella realtà. Di fatto, i manutentori sono costretti ad aggirare certe disposizioni per poter svolgere il proprio lavoro, esponendosi a rischi disciplinari gravi.
4. Formazione, carriera e riconoscimenti
La formazione tecnica è praticamente assente da anni. Si fanno solo corsi obbligatori su antincendio e sicurezza. L'aggiornamento tecnico è lasciato alla buona volontà del singolo, o alla sua esperienza pregressa.
I riconoscimenti economici sono rarissimi e scollegati dal merito. Quando arrivano aumenti individuali, la manutenzione è l'ultima della lista: prima si premiano altri settori, poi, se avanza qualcosa, tocca anche ai tecnici.
Chi arriva dalla produzione senza competenze tecniche specifiche viene spesso integrato in manutenzione come "salvaguardato", talvolta con lo stesso trattamento di chi ha anni di formazione alle spalle.
Una pratica molto comune è quella di offrire il lavoro a un livello contrattuale inferiore a quello maturato altrove, con la promessa verbale che si recupererà in tempi brevi. Nella realtà, i livelli persi non si recuperano quasi mai. Anzi, molti restano bloccati per anni (se non per sempre) a livelli più bassi, compromettendo anche la possibilità di cambiare azienda. Per questo motivo, accettare un quarto livello dopo aver maturato un quinto è un passo molto rischioso.
In generale, la carriera alla Denso non dipende da competenze o preparazione, ma dalla totale adesione alla linea aziendale. Chi si distingue non è il più capace, ma chi dimostra obbedienza cieca, anche quando propone concetti banali o errati, basta che siano graditi a chi comanda. In questo senso, la Denso è un ambiente perfetto per chi cerca una carriera facile senza particolari competenze, ma sa adattarsi al gioco di potere interno.
5. Aspetti negativi e positivi
Un aspetto positivo è sicuramente la regolarità dei versamenti previdenziali e l'assistenza sanitaria integrativa (Metasalute), anche se negli ultimi anni le prestazioni offerte sono state ridotte.
La mensa è discreta, la pulizia generale degli ambienti è curata. Tuttavia, le macchine sono spesso trascurate, e la loro disposizione crea difficoltà ai manutentori, al punto da costringerli a violare le regole di sicurezza per accedervi (ad esempio, camminando su catene in movimento unte d'olio).
Il clima interno è problematico: in estate il caldo è insopportabile vicino ai forni, mentre in inverno i locali sono ben riscaldati. Ma è l'organizzazione complessiva e la gestione autoritaria a pesare di più: un ambiente dove la frustrazione professionale è all'ordine del giorno.
6. Conclusione: consigli per chi valuta un'offerta tecnica alla Denso
Se siete in procinto di accettare un'offerta come manutentori tecnici alla Denso Thermal System, è giusto che lo facciate con piena consapevolezza. Non lasciatevi illudere dalla fama di multinazionale solida o dall'apparenza di organizzazione giapponese efficiente: il contesto reale è ben diverso da quello promesso nei colloqui o nei primi contatti.
La manutenzione, in particolare, è un settore sottovalutato e spesso maltrattato. Il lavoro è complesso, le condizioni operative talvolta precarie, i turni stressanti e soggetti a modifiche improvvise, con regole rigide ma spesso inapplicabili. La formazione tecnica è inesistente, i riconoscimenti scarsi, le opportunità di crescita legate più all’obbedienza cieca che al merito o alla competenza.
Inoltre, se vi verrà chiesto di accettare un inquadramento inferiore al vostro livello contrattuale attuale (cosa molto comune), sappiate che la promessa di un rapido recupero è quasi sempre una trappola. C'è il concreto rischio di restare anni bloccati a un livello più basso, perdendo credibilità professionale e ostacolando anche future possibilità altrove.
Se non avete alternative, la Denso può rappresentare un punto di partenza. Ma se avete una preparazione tecnica solida, e magari un buon curriculum, valutate con attenzione se valga davvero la pena sacrificare competenze e dignità professionale per un contesto dove spesso conta più l'obbedienza che la preparazione, più la disponibilità a farsi carico di ogni responsabilità che il riconoscimento delle proprie capacità.
Non è impossibile resistere, ma è molto difficile costruirsi un futuro soddisfacente in un contesto simile. E vale sempre la pena chiedersi: "Voglio solo lavorare, o anche essere rispettato per ciò che so fare?"
Potresti chiarire come è stata gestita la situazione dei turni "20" e "18"? La descrizione suggerisce esperimenti falliti, ma quali sono stati i criteri di valutazione per stabilirlo?
Per ora non ci sono nuove opinioni dagli attuali e dagli ex dipendenti dell’azienda Denso Thermal Systems S.p.A? Qualcuno può condividere il commento?