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Lettera a una caposala
Egregia dottoressa in scienze infermieristiche, signora o non so come potrei chiamarla. La mia vuole essere una riflessione a voce alta, dopo avere subito un intervento al cuore all’ Hesperia Hospital di Modena / GHC Garofalo healt care. Ho trovato nel dr Ghidoni il cardiochirurgo che mi ha operato una competenza professionale unita a una determinazione, alla capacità di.stabilire quell’empatia con me, una bontà negli occhi che mi hanno portato a fidarmi ed affidarmi a lui e al suo staff. In rianimazione dopo quasi 6 ore di intervento ricordo il sorriso del personale, le loro felpe spiritose. I lunghi cappelli che danzavano intorno al mio letto tra tubi e drenaggi. Il camice rosso sino ai piedi di una dottoressa medico rianimatore che mi sorrideva da dietro la mascherina, le altre persone due uomini che hanno condiviso lo spazio con me. A lei e’ mai capitato di guardare negli occhi un paziente e di cercare di comprenderle cosa cercava di trasmetterle nei momenti di lucidità con quello sguardo alla ricerca della rassicurazione in un battito di ciglia? Forse lei se lo e’ dimenticata così presa nelle molteplici competenze e negli oneri di coordinamento e conduzione di uno staff complesso Provabilmente nessuno l’ha invitata negli ultimi tempi - o forse lei così efficiente se lo è’ scordata - che il care / il curare e il to care / l’avere cura di qualcuno sono due concetti e due prassi di lavoro che si integrano, che perché si voglia raggiungere l’obiettivo devono essere sinergici . Forse a lei non interessa sapere il vissuto quotidiano del paziente letto n. .. quando passa in terapia intensiva e poi in reparto post operatorio. Per fortuna ci sono bravissimi operatori che h24 ti chiedono come ti senti, ti dispensano gratuitamente un sorriso, ti sfiorano la mano.
Vede Egregia signora ogni persona e’ singolare, ha un suo vissuto fatto quando va bene di supporti e affetti parentali che contribuiscono a incoraggiarti, a farti vedere la ripresa ed il futuro meno incerto. Ma qualche volta capita che la sig.ra al letto n.X abbia dovuto e stia affrontando situazioni di elevato stress - quelle che nessun cardiochirurgo potrà sanare- e che anche la più puntuale organizzazione e pianificazione del prima, durante e dopo possano avere delle smagliature e anche più di un imprevisto. Ho il petto squarciato in 2 come un pollo pronto per una diavola alla griglia… mi ci devo abituare, e’ il prezzo che ho consapevolmente pagato per ricominciare a vivere, per non stare 24 ore a letto, per reggere il naso umido del tuo cane - la mitica Yono - che non sapeva più come farmi comprendere che avrebbe voluto fare la solita passeggiatina. E arriva il giorno che ti distacchi da ciò che ha avuto anche tanta sofferenza fisica.
Ma lei le ciglia velate di qualche lacrima non le ha viste… o non le ha volute vedere? Mi dica dal sabato al lunedì quando dovevo essere trasferita a Baggiovara per lei cosa avrebbe cambiato fare una telefonata per organizzare un trasporto in ambulanza ( ovviamente con spese a mio carico)? Perché vedete se siete stati ricoverati provenendo dal Policlinico o o da Baggiovara la caposala si fa carico dell’organizzazione altrimenti NIET. Devo ammettere che mi sarei attesa dal sistema organizzativo d’eccezione di GHC qualcosa di più performante.
Dal sabato sono iniziate le mie ricerche telefoniche a Croce Rossa, croce blu .. Il lun ho richiamato avpa Croce blu Modena, ho prenotato un trasporto per le 14 fornendo i miei dati, telefono, stanza… Alle 16 richiamo e l’operatrice dice di non avermi in lista, di non sapere di cosa parlo.
Ci si può permettere anche di essere fragili e più sensibili quando si proviene da un intervento importante. Lei egregia signora altro non ha fatto che venire a inizio mattina in camera, accompagnata da un operatore, a dirmi che dovevo ‘arrangiarmi’ con i miei famigliari ( famigliari che lei sa perfettamente che non ho ): quella telefonata l’avrebbe resa una “persona umana” oltre che dotata di buon senso.
Alle 16,45 e’ arrivato un furgone forse risalente alla 1’ guerra mondiale, con una barella altrettanto vetusta ( sono convinta che neppure alla morgue ci si deva andare in quelle condizioni di sporcizia e precarietà ). A dispetto di tutto e dopo un paio di ‘imprevisti’ sono arrivata a Baggiovara.
I miei occhi erano pieni di lacrime. parte del mio bagaglio e’ rimasto in camera all’ Hesperia e il mio cuore ha iniziato a defribillare ( cosa mai accaduta prima).
Egregia Signora coordinatrice infermieristica, caposala o qualunque sia la sua qualifica professionale faccia ogni tanto un atto di umiltà, di generosità o di umanità : guardi i pazienti negli occhi e quello che oggi la formazione e l’esperienza non le hanno insegnato FORSE lo acquisirà e l’arricchita anche.
E’ fortunata , ha tanti ottimi esempi intorno di professionisti umani e competentissimi - il dr Italo Ghidoni in primis - cerchi di carpire l’essenza di ciò che forse non sta scritto nelle procedure e nel suo manuale operativo
È stata prestata attenzione sufficiente al benessere emotivo durante il processo di trasferimento?